Il bilancio di sostenibilità, più correttamente denominato Rendiconto di Sostenibilità, come recita la Direttiva UE CSRD (2022/2464), viene definito come “l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”.
“Soddisfare i bisogni di oggi senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i loro”, è la definizione di sostenibilità data dalla Commissione Mondiale sull’Ambiente e Sviluppo delle Nazioni Unite nel 1987.
Si tratta quindi in primo luogo di uno strumento per garantire la trasparenza di enti e imprese nei confronti della società civile.

Il bilancio di sostenibilità è infatti una rendicontazione non finanziaria che rende conto delle scelte in ambito economico sociale ed ambientale delle aziende. Serve quindi ad illustrare in un documento pubblico le azioni intraprese dalle realtà imprenditoriali per gli interessi di carattere generale, che vanno dunque oltre al prioritario interesse al profitto che ogni azienda legittimamente persegue. In questo modo, l’impatto di una società sul territorio in cui si colloca è verificabile potenzialmente da chiunque: fornitori, clienti, comunità locali, media, investitori e finanziatori ecc.

Il bilancio di sostenibilità si affianca quindi al bilancio di esercizio pur non avendone il carattere di obbligatorietà di quest’ultimo. Si tratta quindi di due documenti completamente diversi, che in comune hanno solo la tipologia, ovvero l’essere un bilancio delle azioni intraprese dal governo delle imprese e perseguite in modo controllato dal sistema di controllo interno.

A differenza del bilancio d esercizio, che si limita ad accertare la situazione patrimoniale, finanziaria ed economica di un’azienda, il bilancio ambientale amplia lo sguardo alla ricaduta delle sue azioni sull’ambiente e sulla società. Il tema della sostenibilità, infatti, include diversi aspetti: il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori, la tutela dell’ambiente, la lotta alla corruzione attiva e passiva.

Le tre dimensioni del bilancio sostenibile riflettono le tre dimensioni della sostenibilità:
• economia e governance
• ambiente
• socialità.

Il bilancio sostenibile è redatto nella maggior parte dei casi su base volontaria. Tuttavia, questa rendicontazione è stata resa obbligatoria per le aziende che rispondono a determinate caratteristiche. In Italia,devono redigerlo gli enti portatori di interesse pubblico e, come stabilito dalla citata direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), tutte le aziende con più di 250 dipendenti, un fatturato superiore ai 50 milioni di euro e un attivo di bilancio annuo di almeno 43 milioni.

Il Rendiconto di sostenibilità risponde ad un sistema di principi di redazione pubblicati da Efrag, European Financial Reporting Advisory Group, quale organismo di advisory della Commissione europea nel campo del reporting aziendale.
L’organismo ha pubblicato fino ad oggi 12 principi (ESRS, European Sustainability Reporting Standards), ovvero dodici standard europei per la rendicontazione della Sostenibilità.

Uno dei principi così stabiliti tratta dei requisiti di informativa per la cosiddetta “catena del valore”: dalla valutazione della materialità alle politiche ed azioni intraprese, dalle metriche agli obiettivi, si illustrano la consistenza del perimetro di reporting di gruppo economico ed il concetto di controllo operativo, estendendo di fatto gli obblighi di informativa imposti per alcune imprese più dimensionate anche alle realtà minori alle prime collegate per rapporti di fornitura, clientela od altre interessenze di pubblico interesse.

La certificazione dei bilanci di sostenibilità serve infine a garantire la trasparenza, l’accuratezza e l’affidabilità delle informazioni contenute nei report di sostenibilità delle organizzazioni. Possono occuparsene società di revisione contabile o enti di certificazione indipendenti. Il bilancio di sostenibilità è un documento infatti pubblico e le aziende hanno interesse a renderlo visibile e facilmente accessibile a tutti. Il bilancio di sostenibilità viene quindi integrato nel bilancio di esercizio annuale, trovando spazio nella relazione sulla gestione. A questo scopo di pubblica informativa pone appunto valido supporto l’attività di revisione e certificazione.
L’attestazione della conformità della rendicontazione di sostenibilità consiste nella verifica della corrispondenza dei dati e delle informazioni riportati sul documento di report, con i criteri ed i principi definiti a livello internazionale. Il reporting di sostenibilità in quanto pratica per misurare, divulgare e rendere noto agli stakeholder interni ed esterni le performance organizzative verso l’obiettivo dello sviluppo sostenibile, acquisisce con la certificazione frutto dell’attività di revisione un attributo di fidatezza generale equivalente a quello della classica attività di revisione contabile.
Il nostro Studio offre l’assistenza necessari alla redazione dei rendiconti di sostenibilità e, grazie alle abilitazioni in possesso dei professionisti operanti al suo interno ed accreditati presso il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze), la revisione e certificazione dei rendiconti ai sensi del d.lgs.39/2010.